<>

VERDE MENNONITA
Di Fabiomassimo Antenozio
Dal 19 al 31 gennaio 2024
Vernissage venerdì 19 gennaio 2024 ore 19.00
Via Biagio Pallai 12 Roma 
0rari: dal lunedì al venerdì 10:13 -16:19
Ingresso libero

 

Arrivati in Bolivia all’inizio degli anni ’50 principalmente da Paraguay, Messico e Canada, i Mennoniti boliviani, oggi sono circa 100.000, in continua crescita demografica. Per mantenere la propria cultura quando emigrano in una nuova nazione richiedono alcuni privilegi in particolare la libertà di religione, scuole private dove si insegna esclusivamente la Bibbia ed esenzione dal servizio militare. Sono conservatori e tradizionalisti. Rifiutano ogni forma di modernità, violenza e pigrizia. Non fumano e non bevono. Vivono senza elettricità, automobili, telefoni, televisori, contraccettivi e altre moderne tecnologie che considerano vizi.
Continuano a parlare Plautdietsch (basso tedesco) e pochi uomini parlano correttamente lo spagnolo. Particolarmente difficile è la condizione delle donne, costrette a ruoli subalterni.
Vivono nell’inconsapevolezza della modernità, stritolati da una cultura dagli orizzonti ristretti, da un super-io religioso angosciante e penalizzante, che soffoca la vitalità dell’individuo spesso occultata dai capi religiosi che non permettono lo sviluppo e la conoscenza per proteggerne la cultura.
La loro economia è basata sull’agricoltura, producendo monocolture di mais, grano e soprattutto soia, 16% del PIL, prodotti, geneticamente modificati.
I rapporti delle comunità mennonite con il mondo esterno si limitano alla compravendita di beni agricoli e sono tra i principali acquirenti di agrochimici che utilizzano in larga scala, inconsapevoli dei rischi.
Proprio gli effetti di questo ampio consumo di pesticidi, alcuni dei quali vietati in Europa, ma ancora legalmente venduti in Bolivia, possono essere causa di danni al sistema nervoso centrale, al sistema endocrino e agli apparati riproduttivi con effetti anche cancerogeni per l’uomo.
Inoltre, la scarsa cultura generale, che si affida alla volontà di Dio, dove in pochi parlano spagnolo e ancora meno sanno leggerlo, non permette di seguire le linee guida per maneggiare queste sostanze.

Bio
Fabiomassimo Antenozio è un fotografo commerciale di Roma con la passione del reportage.
Laureato nel 2008, in Grafica e Progettazione Multimediale con 107/110 presso l’Università di Roma, La Sapienza, Valle Giulia, con una tesi fotografica sull’architettura popolare di Montesacro. Appassionato da sempre nell’indagre i vari aspetti della realtà, abbandona in parte la grafica, per dedicarsi alla fotografia di reportage.
Nello stesso anno, si iscrive al corso di reportage, presso la scuola CSF Adams di Roma, tenuto dai docenti Tano D’Amico e Dario De Dominicis.
Nel 2010-11, un lavoro sugli All Reds di rugby dell’Ex Cinodromo (Acrobax) di Roma, lo porta alla sua prima mostra collettiva attraverso il CSF Adams. Da questo progetto, nascerà anche l’idea di provare a lavorare come fotografo commerciale per autofinanziarsi alcuni progetti fotografici.
Nel 2013 e 2014 i primi viaggi in Bolivia dove cerca di raccontare uno dei “pueblos” riconosciuti nello Stato Plurinazionale di Evo Morales, gli Afroboliviani, in particolare nelle regioni dello Yungas, Potosì e La Paz.
Nel 2020, ha inizio il progetto dal titolo “Verde mennonita”, che si interromperà con l’arrivo della pandemiae riprenderà nel 2023.
Questo progetto, composto da 26 fotografie, è arrivato secondo assoluto al concorso Portfolio Italia 2023 della FIAF, inserito nel festival ReWriters 2023 e ha ricevuto la Menzione speciale al Prague photo 2023.