l progetto verrà esposto contemporaneamente in tre paesi e città europee.
22 Novembre 2019, Post Tyler Gallery, Colonia, Germania. (Vernissage 17.00 – 19.00)
26 Novembre 2019, Casa Planas Centre de Creació Cultural. Palma, Maiorca. (Vernissage 19.00 – 21.00)
29 Novembre 2019, CSF Adams/KromArt Gallery. Roma, Italia. (Vernissage 19.00 – 21.00)
Durante le esposizioni verrà presentato anche il catalogo del progetto pubblicato da Kehrer Verlag & Institut d’Estudis Balearics.
Sinossi
“Badlands” è situata solo ad un paio di metri da dove le turbine degli aeroplani, carichi di turisti in cerca di sole e di spiagge, passando sfiorano la superfice dell’isola.
Nonostante atterrino molto vicino, la maggior parte delle persone non vi fa caso.
Le vicende dell’entroterra di quest’isola si distanziano, così come quelle di ogni sobborgo, da ciò che sembra importante agli occhi del resto del mondo.
Badlands è la notizia nascosta nella tristezza di ogni giorno, la cronaca dell’impoverimento di un territorio ai margini ormai avviato verso la desolazione.
Tomeu Coll ha catturato gli insondabili e quasi irreali territori della sua isola: Maiorca. Questo progetto contiene una selezione di foto che mostrano la terra paludosa del suo villaggio e le persone che vivono in questi luoghi. La sua è come un’occhiata dallo specchietto retrovisore per comprendere quanto tutta la stranezza che lo circonda sia anche nel proprio sguardo.
Project Partners
L’autore
Tomeu Coll, nato nel 1981.
Maiorca.
Per definizione, un’isola ci fa pensare all’isolamento.
Tomeu Coll viene da un’isola. Il suo lavoro di investigazione fotografica nasce nel momento in cui ha deciso di provare a comprendere il mondo da dove si trovava, da un’isola.
Ha sentito il bisogno di sperimentare nuovi aspetti del concetto di isolamento.
Il suo lavoro di documentazione è stato premiato in diverse occasioni ed è stato messo in mostra in importanti sedi internazionali, quali l’Aperture Gallery e la National Gallery a New York.
Ha ricevuto molti premi fotografici ed è stato menzionato come Fotografo Emergente dallo Smithsonian Magazine (USA) per “Badlands”, lavoro ancora in corso.
Dal 2014 è co-fondatore con Donna Ferrato della Erotic Eye Trilogy e del Sacred Eye workshops. Lavora per lo Stern, Der Spiegel, L’llustre e altre importanti testate internazionali, mentre continua a sviluppare i suoi progetti artistici fedele ai contenuti a cui è solito dedicarsi. Il suo lavoro si concentra principalmente sul tema delle battaglie e dei luoghi dimenticati, sempre cercando di raccontare la vita che rimane anche dove tutte sembra essere morto.
Sesso, morte e rock’n’roll
Mi chiedo se le eccezionali e malinconiche fotografie di Tomeu siano parte integrante della sua identità quanto le toppe cucite sul posteriore dei suoi jeans strappati.
Forse queste foto raccontano il suo rispetto per un genere di fotografia a cui Robert Frank, dio-fotografo svizzero-americano dallo scatto immediato e senza compromessi, fa da capo stipite.
O la sua adorazione per artisti anti-convenzionali quali Fellini, Pasolini o Jack Kerouac. O per Chavela Vargas, torturata cantautrice ed amante di Frida Kahlo.
Trovare la propria sensibilità estetica equivale al ripetersi nell’arco di tutta la vita di un patto faustiano. Cambiamento, evoluzione. Fermarsi equivale ad uccidere il proprio spirito creativo.
Tomeu sarà anche stato cresciuto da brave persone, affettuose e lineari. Ma non c’è alcuna prova di ciò nella sua fotografia. Solo che è così “cattivo”, da essere bravo.
Donna Ferrato New York City, 2019
Badlands – Storie dalla palude
Per più di una decade, quando non viaggiava in giro per il mondo, Tomeu Coll ha catturato gli insondabili e quasi irreali territori della sua isola: Maiorca (Isole Baleari, Spagna).
Questo libro contiene una selezione di scatti che mostrano i terreni paludosi di Sant Jordi, il suo villaggio, le persone che abitano quei luoghi. I ritratti di Badlands, territorio che un ingegnere olandese a metà del diciannovesimo secolo ha deciso di rubare all’acqua e alla notte strutturando una rete di mulini a vento in grado di trasformare la zona in fertile terreno coltivabile.
Solo qualcuno che realmente appartiene a questi luoghi è in grado di raccontarli dall’interno.
Solo qualcuno che cerca di decifrare sé stesso in ciò che vede, può con un’occhiata dallo specchietto retrovisore comprendere quanto tutta la stranezza che lo circonda sia anche nel proprio sguardo
Celtia Traviesas Galizia, 2019
“Continuo a cercare cose in luoghi dove non vi è nulla”
Jonas Mekas
Vivere in un’isola equivale quasi al volgere le proprie spalle alla società, o addirittura al mondo intero. L’isolamento ci fa credere che tutto ciò che accade lontano dai nostri confini appartenga ad un altro pianeta.
Più di un secolo fa queste terre erano infestate da acque stagnanti, natura selvaggia e zanzare portatrici di malaria. Neanche i pirati si azzardavano a penetrare i terreni paludosi che, se non fosse per l’asfalto che li tiene sotto controllo, ancora oggi tornerebbero alla loro natura di acquitrini.
A volte sembra che nessuno ricordi come questi luoghi abbiano iniziato a popolarsi o come l’ambizione abbia annegato la terra con acqua salmastra.
Ma sono le persone che ci vivono che ne raccontano la storia, i loro volti che con disprezzo ne mostrano il passato. Potrebbero essere facilmente parte di un romanzo di Carson McCullers e passare al contempo assolutamente inosservati.
In quest’isola, nonostante una presunta normalità, la storia è stata scritta nel sangue e nella disperazione. Ed anche in questo caso, è possibile scorgerne la bellezza nella rovina.
Tomeu Coll Sant Jordi, 2019